La prima cartella si chiamava Brigadas, perché mancava un titolo e l’unica cosa che si sapeva era che il documentario avrebbe parlato delle Brigate Internazionali. Poi il nome è cambiato in Memorias e così è rimasto quasi fino ad oggi. Il primo file si chiamava Brigadas, per le stesse ragioni scritte qui sopra; il secondo si chiamava Fragmentos, e così il terzo e il quarto: lo stesso nome e una data diversa attaccata in fondo. Poi è nato Construyendo la memoria che doveva servire a riorganizzare il materiale in altra forma. Il sesto file è stato chiamato Supernova, per dire che si era di fronte a un cambio di passo definitivo; accanto a Supernova è nato Basement, lo scantinato in cui buttare (depositare) scene e immagini che andavano bene per Fragmentos, ma che non tornavano per Memorias. E da qui è scattata la guerra di posizione che si è portata avanti per più di un anno: bassa intensità di fuoco ma alto (qualche volta altissimo) rischio di stasi. Allora il settimo file è stato chiamato Ni un paso atrás e alla fine, visto che non si poteva più tornare indietro, il documentario ha trovato la sua strada.
Oggi il premontato è finito, quel che verrà dopo non sarà più difficile del lavoro già fatto.
Per lo meno questo è l’augurio di (e su) Memorias per il nuovo anno.
Salud e buon anno!